Quali sono le “storage best practices” da usare con Hyper-V?

E’ decisamente una buona domanda, che, come tutte le buone domande, non ha una risposta univoca.

Ovviamente la configurazione dello storage deve essere diversa a seconda del workload in esecuzione nelle macchine virtuali, ma se proprio vogliamo definire un insieme di regole minimali qui sotto trovate  quelle che a mio parere possiamo considerare la lista minimale:

  • Consultare il produttore dello storage per avere consigli sulla corretta configurazione
  • Deframmentare il volume prima di creare i VHD
  • Usare VHD di tipo Fixed
  • Connettere i VHD dei dati ad adattatori SCSI nelle VM
  • Per volumi dati maggiori di 2 TB usare i dischi Pass-through
  • Non usare snapshot in ambienti di produzione
  • Usare configurazioni disco ad alta velocità (dischi SATA/SAS a rpm > 10000, dischi con supporto alle code dei comandi di I/O, usare RAID 0+1)
  • Usare Multi Path IO per le connessioni allo storage
  • Usare schede le rete più veloci presenti sul mercato per le connessioni agli storage iSCSI
  • Non mettere i file di sistema della Parent Partition e il page file sui dischi usati da Hyper-V per le VM
  • Seguire le indicazioni della Performance Tuning Guide per il Windows Server 2008 R2
  • Se si eseguono antivirus nella Parent Partition escludere dal controllo i processi di Hyper-V (vmms.exe, vmwp.exe) e i file con estensione .VHD, .AVHD, VSV, .BIN, .XML
  • Eseguire un test dello storage prima di creare i VHD
  • Se si usano LUN CSV, mettere i VHD dei dati e del sistema operativo su LUN diverse

Il primo punto è fondamentale: chi meglio del produttore può consigliarvi nel configurare correttamente lo storage per il tipo di workload per cui deve essere usato?

Se avete altri suggerimenti da proporre, vi chiedo di metterli in un commento.

Buona giornata a tutti

| giorgio | twitter-logo-1@pgmalusardi |full_orange