La virtualizzazione delle applicazioni fa un passo in avanti con Microsoft Application Virtualization 4.5

Un altro annuncio oggi si affianca a quello relativo al rilascio di System Center Configuration Manager 2007 R2.

E’ stata infatti rilasciata la nuova versione (4.5) di Microsoft Application Virtualization (abbreviata in App-V), la prima vera versione “made in Redmond” dopo l’acquisizione nel 2006 di Softricity.

Come funziona la tecnologia di Application Virtualization e cosa ci permette di fare? In sintesi, ci permette di:

  • eseguire l’installazione di una applicazione su di una “macchina pulita”, e di catturare tutte le modifiche che il setup effettua nel sistema, inclusi eventuali aggiornamenti e patch;
  • raccogliere queste informazioni, che includono i binari dell’applicazioni, le dll e file di appoggio, parti di registry, in una “bolla applicativa”;
  • di eseguire lo streaming di questa bolla applicativa sulle macchine client.

Application Virtualization LogoAll’interno della bolla applicativa sono presenti tutte le componenti di cui l’applicazione ha bisogno per poter funzionare, e la bolla applicativa ha anche la funzione di “sandbox” per l’applicazione, consentendo ad esempio di avere nella stessa macchina due versioni della stessa applicazione, anche tra loro incompatibili, in due bolle applicative diverse.

Dal punto di vista della manutenzione delle applicazioni inoltre è possibile mantenere una unica copia centralizzata della bolla applicativa, che può essere aggiornata e modificata dagli amministratori e poi automaticamente ricaricata dai client alla successiva esecuzione dell’applicazione.

Lo streaming della bolla applicativa può avvenire direttamente sui deskop degli utenti, oppure sui Terminal Server per essere resa disponibile come applicazione del TS stesso.

(Vi anticipo già che questo sarà uno degli argomenti del nostro prossimo Roadshow :) ).

Le novità della release 4.5 di Application Virtualization riguardano innanzitutto la sicurezza. Come prima release di prodotto sviluppata in Microsoft, ha dovuto passare i controlli previsti dal Security Development Lifecycle, la metodologia di sviluppo adottata da Microsoft dal 2002. L'obiettivo dell’SDL è quello di assicurare, per quanto possibile, la massima sicurezza di un prodotto nelle differenti fasi del su ciclo di vita (pianificazione, sviluppo, testing, rilascio e supporto nel tempo).

E’ stato inoltre introdotto il supporto per scenari di deployment grandi, la delivery delle applicazioni anche su CD/DVD, il supporto per i Terminal Services di Windows Server 2008, la gestione migliorata delle applicazioni tramite System Center Operations Manager 2007, la localizzazione in 11 lingue incluso l’Italiano e molti altre novità.

In attesa del nostro roadshow, per approfondire l’argomento vi consiglio queste risorse:

Renato